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PALERMO - “Il Carrozzone” presenta la prima nazionale di "U ciuraru ru
campusantu",un'opera intensa e divertente di Anna Mauro, il 4 gennaio 2006
ore 21 al Teatro Crystal di Palermo - Pallavicino
13 dicembre 2005

ANNA MAURO
"U ciuraru ru campusantu"
di Anna Mauro
con:
Gino Bonanno, Salvo Rubino, Denny Rotolo
e le voci di:
Stello Pecoraro, Filippo Minneci, Sonia Reina, Federica Cafiso, Rebecca
Ciani, Dario Farina
Scenografie di Valentina Raccuglia
Allestimento di Marco Ferrazzi
Luci e fonica di Davide Velardi
Regia: Anna Mauro
Dal programma di sala a cura di Simonetta Genova
Come mi è stato detto da una bambina deliziosa e intelligente, "Forse sono
più grandi i piccoli che i grandi". E questa commedia parla di personaggi
"piccoli", ma capaci di grande ironia e profondità: un fioraio, un
musicista, un becchino, i defunti del cimitero.
Fra un dramma e una farsa, fra un'opera cabarettistica e una commedia,
nell'orizzonte creativo di Anna Mauro di tanto in tanto si insinua il lato
tragico dell'esistenza, che l'Autrice tratta con la consueta leggerezza
fatta di espressioni di comicità e momenti di simpatia etimologicamente
intesa. Come denota il titolo, i protagonisti di questa storia si muovono
attorno alla vita e alla morte, laddove certi vivi sono morti per la
società e certi morti sono vivi - nella misura in cui le loro idee
camminano sulle nostre gambe. Lo spettacolo inizia mostrandoci due amici:
un fioraio che ha la sua baracchetta vicino al cimitero e un violinista che
suona ai funerali. Con le sue note, Totò "'u Toco" è solito accompagnare
in paradiso l'anima del defunto che, mentre sale, lo ringrazia e se ne va.
Zu Mimiddu, dal canto suo, parla con i suoi "armaluzzi", i fiori con cui
lavora ogni giorno, ed è capace di conversare con il giudice deceduto,
lasciato solo persino dai soldati che prima vegliavano sulla sua tomba.
Artista pure lui, a modo suo Zu Mimiddu mette l'accento sui momenti più
importanti della vita: matrimoni, nascite e . morti, che per certi
familiari sono occasione di grandi festeggiamenti. I due amici
chiacchierano e consumano rituali rassicuranti come la preparazione del
caffè e la lettura dei quotidiani (rigorosamente passati, perché i
giornali "quannu su frischi i jurnata, i fissaria ca scrivinu sunnu comu i
trona").
Laddove il violinista ama il suo lavoro e sarebbe disposto a farlo per
tutti, ricchi o poveri, il becchino Erasmo incarna invece la stolida
ricerca del guadagno di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese: il
dolore degli altri, infatti, non è per lui che un'occasione di "miettiri
'a pignata" - almeno finché la morte non arriva a toccarlo da vicino. Fra
un sorriso e una situazione a sorpresa, i tre personaggi sciorinano tutte
le possibili sfumature di colore palermitano e non: i vigili che, dopo aver
lasciato la macchina in doppia fila, fanno la multa agli altri;
l'insofferenza per il parcheggio a pagamento nelle "zone blu"; gli sprechi
in occasione del Festino di Santa Rosalia che, per potere passare sul suo
enorme carro, dovrebbe costringere i maldestri organizzatori a demolire e
ricostruire pezzi di storiche mura.
In un film sempre pensato e mai realizzato, Fellini immaginò uno strano
violoncellista smarrito di fronte all'idea della morte (giunto lui stesso
nell'aldilà o, forse, protagonista di un sogno). Qui c'è invece un
violinista smarrito di fronte alla vita: Totò "'u Toco", detto anche "'u
mutàngaro", custodisce col suo silenzio un terribile segreto che lo
riguarda, un oscuro evento del suo passato che ne ha fatto un morto
vivente, un reietto della società. Totò riesce ad aprire il suo cuore
solo in presenza dell'amico fioraio, che d'altra parte è l'unica ragione
che finora lo ha tenuto attaccato alla vita.
I commercianti spinti a denunciare gli usurai, il disagio giovanile, i
morti dimenticati dai loro cari, il divario fra la legge e la giustizia .
Sono tutti temi che fanno di questa un'opera piena di verità. E la verità
è fatta di considerazioni semplici, di fatti che stanno sotto gli occhi di
tutti. Fra tragedia e commedia, fra dramma e giallo, quale sarà nel
frattempo l'esito della vicenda del violinista? Dobbiamo rispondere con
quello che per il senso comune è un paradosso, ma dal punto di vista di un
artista è la risposta più prevedibile, ovvero l'unica. L'epilogo della
storia non è di Anna Mauro: come accade unicamente nelle opere realmente
ispirate, nelle quali il creatore diventa un semplice tramite delle istanze
dei personaggi, l'Autrice ha dovuto arrendersi al destino dei suoi
protagonisti, che hanno travalicato la sua volontà fino alle estreme
conseguenze e sono diventati i soli artefici del loro destino scenico.
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"Il Carrozzone" è
lieto di presentare la prima nazionale di un'opera
intensa e divertente:
"U ciuraru ru campusantu", di Anna Mauro
giorno 4 gennaio 2006 ore
21 al Teatro Crystal di Palermo - Pallavicino. Si invia esortandovi ad
assistere allo spettacolo e con preghiera di diffusione nelle sedi
opportune. Costo del biglietto 10 euro. Per informazioni e prenotazioni,
telefonare ai numeri 333-6595585 / 338-7362605 e 091-6887188 con segreteria
telefonica.
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