PALERMO -
U CIURARU RU CAMPUSANTU di Anna Mauro
L'AMORE PER LA GIUSTIZIA CONDITO DI RISATE E SAGGEZZA POPOLARE
di Enza Garipoli

IL CAST DE "IL CIURARU RU CAMPUSANTU" DI
ANNA MAURO CON L'AUTRICE
PALERMO -
Anna Mauro, la nota e apprezzata autrice teatrale
palermitana, non ha ancora finito di stupire il suo
affezionato pubblico con una delle sue opere più belle, quel
"Barbone di Partanna" appunto che ha deliziato gli
spettatori del Teatro Politeama al completo lo scorso 7
ottobre, che ecco un altro "regalo" (visto che si avvicinano
le Feste di Natale) "U Ciuraru ru Campusantu" rappresentato
dagli attori della sua compagnia teatrale "Il Carrozzone",
sempre all'altezza delle opere proposte.
"Il Ciuraro", riconferma la vena sociale e poetica di Anna
Mauro, che anche in questa occasione ha offerto una
commedia intensa e significativa con i personaggi presi dal
popolo, quello che anima la vita vera e spartana di tutti i
giorni nell'amata Palermo. Una vita a volte spietata, ma
sovente arricchita da una grande ironia e introspezione dei
valori siciliani. I protagonisti sono un fioraio, un
musicista, un becchino, e i defunti del cimitero.
GINO BONANNO
E' STATO IL MAGNIFICO PROTAGONISTA FRA ECCELLENTI COMPRIMARI:
SALVO RUBINO E DANNY ROTOLO
Lacrime e riso parlano di vita e morte, in questa commedia
di Anna Mauro esaltata anche dall'interpretazione di tutti i
protagonisti: da Gino Bonanno, a Salvo Rubino, Danny Rotolo,
Simonetta Genova, Davide Di Meglio, Maria Teresa Ricotta,
Marisa Capone e Claudio Mandalà.
Quando un testo è valido, come in questo caso, la narrazione
scenica scorre agevolmente accompagnando i telespettatori tra
i vari significati dell'opera ideata dall'autrice. E così
vengono messi in risalto, ma senza essere eccessivamente
tragici - tranne che nel tristissimo finale della morte di
Totò 'U Toco che in questa sua fine trova finalmente la sua
riabilitazione ed esclama dall'oltretomba "Sugnu Vivu" - le
varie sfaccettature della vita di tutti i giorni, ponendo
l'accento sul tipico tran tran palermitano e sui problemi
sociali che ancora non sono stati risolti dai soliti politici
che non vogliono, o non possono, fare di più e di meglio per i
loro concittadini. E allora, non resta che affidarsi a Santa
Rosalia.
Ma anche in questo suo
contraltare tra
comico e
tragico, temi tanto importanti e vicini al sentire della
stragrande maggioranza di palermitani e siciliani onesti e
laboriosi, sta la grandezza di Anna Mauro come lettrice
attenta dei bisogni e dei sogni dei suoi concittadini. Anna
Mauro non è solo un'insegnante di Educazione Fisica preparata
e amatissima dai suoi studenti, ma è anche una sincera
appassionata di "Palermologia": infatti, non è
difficile incontrarla su un qualsiasi autobus o tram urbano,
sui quali si siede e sta attenta ai discorsi della gente
comune, alle situazioni che nascono come funghi agli incroci
delle strade, lungo i viali e le strade affollate di Palermo,
nella sala d'attesa del medico di base, dalla parrucchiera e
così via.
Questo amore sincero, ma anche critico accorto e non
privo di acuta saggezza, è la spiegazione e l'artefice primo
della grandezza di Anna Mauro, autrice e regista di un Teatro
Siciliano di livello internazionale.
SIMONETTA
GENOVA SPIEGA LA TRAMA... E NON SOLO
Lo spettacolo inizia mostrandoci due amici: un fioraio
che ha la sua baracchetta vicino al cimitero e un violinista
che suona ai funerali. Con le sue note, Totò "’u Toco"
è solito accompagnare in paradiso l’anima del defunto che,
mentre sale, lo ringrazia e se ne va.
Zu Mimiddu, dal canto suo, parla con i suoi "armaluzzi",
i fiori con cui lavora ogni giorno, ed è capace di conversare
con il giudice deceduto, lasciato solo persino dai soldati che
prima vegliavano sulla sua tomba. Artista pure lui, a modo suo
Zu Mimiddu mette l’accento sui momenti più importanti della
vita: matrimoni, nascite e morti, che per certi familiari sono
occasione di grandi festeggiamenti. I due amici chiacchierano
e consumano rituali rassicuranti come la preparazione del
caffè e la lettura dei quotidiani (rigorosamente passati,
perché i giornali "quannu su frischi i jurnata, i fissaria
ca scrivinu sunnu comu i trona": "quando sono freschi, le
fesserie che scrivono sono come i tuoni").
Laddove il violinista ama il suo lavoro e sarebbe
disposto a farlo per tutti, ricchi o poveri, il becchino
Erasmo incarna invece la stolida ricerca del guadagno di
chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese: il dolore degli
altri, infatti, non è per lui che un’occasione di "miettiri ’a
pignata" - almeno finché la morte non arriva a toccarlo da
vicino. Fra un sorriso e una situazione a sorpresa, i tre
personaggi sciorinano tutte le possibili sfumature di colore
palermitano e non: i vigili che, dopo aver lasciato la
macchina in doppia fila, fanno la multa agli altri;
l’insofferenza per il parcheggio a pagamento nelle "zone blu";
gli sprechi in occasione del Festino di Santa Rosalia che, per
potere passare sul suo enorme carro, dovrebbe costringere i
maldestri organizzatori a demolire e ricostruire pezzi di
storiche mura.
In un film sempre pensato e mai realizzato, Fellini
immaginò uno strano violoncellista smarrito di fronte all’idea
della morte giunto lui stesso nell’aldilà o, forse,
protagonista di un sogno). Qui c’è invece un violinista
smarrito di fronte alla vita: Totò "’u Toco", detto anche
"’u mutàngaro", custodisce col suo silenzio un terribile
segreto che lo riguarda, un oscuro evento del suo passato che
ne ha fatto un morto vivente, un reietto della società. Totò
riesce ad aprire il suo cuore solo in presenza dell’amico
fioraio, che d’altra parte è l’unica ragione che finora lo ha
tenuto attaccato alla vita.
I commercianti spinti a denunciare gli usurai, il
disagio giovanile, i morti dimenticati dai loro cari, il
divario fra la legge e la giustizia. Sono tutti temi che fanno
di questa un’opera piena di verità. E la verità è fatta di
considerazioni semplici, di fatti che stanno sotto gli occhi
di tutti. Fra tragedia e commedia, fra dramma e giallo, quale
sarà nel frattempo l’esito della vicenda del violinista?
Dobbiamo rispondere con quello che per il senso comune è un
paradosso, ma dal punto di vista di un artista è la risposta
più prevedibile, ovvero l’unica.
L’epilogo della storia non è di Anna Mauro: come accade
unicamente nelle opere realmente ispirate, nelle quali il
creatore diventa un semplice tramite delle istanze dei
personaggi, l’Autrice ha dovuto arrendersi al destino dei
suoi protagonisti, che hanno travalicato la sua volontà
fino alle estreme conseguenze e sono diventati i soli artefici
del loro destino scenico.
PROTAGONISTI:
Gino Bonanno, Salvo Rubino,
Denny Rotolo, Davide Di Meglio, Maria Teresa Ricotta,
Simonetta Genova, Marisa Capone, Claudio Mandalà
e le voci di:
Francesco Vinci, Filippo Minneci, Maria Teresa Ricotta, Sonia
Reina, Federica Cafiso, Rebecca Ciani, Serena Mauro, Marta
Modica,
Michela Inzirillo, M. Rosaria Mannella, Alessia Falsone,
Giuseppe Maniscalco, (...)
Scenografie di Valentina Raccuglia
Allestimento di Marco Ferrazzi
Luci e fonica di Arcadia Service
Regia: Anna Mauro
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