 |
|
La testimonianza di un caro amico e collega del Messaggero,
che oggi ha assistito dalla postazione dei giornalisti alle esequie di Papa Wojtyla
IL PRIMO PAPA IN UN GIORNALE: «La Verità
è figlia della Fede»
di Salvo Spoto
8 aprile 2005

GIOVANNI PAOLO II IL 16 ottobre 1978, inizio del suo Pontificato
CITTÀ
DEL VATICANO: Oggi il sole si è nascosto
dietro una nuvola, come per piangere Chi non c’è più. Il vento che sfoglia
il gran libro della Verità deposto sulla bara di papa Karol e,
sibilando, ricorda al mondo che il Bene trionfa sempre sul Male e che la
Vita vince sulla Morte.
Papa Karol amava la gente. E non solo a parole.
Lui, attore e scrittore, è stato l’unico Pontefice a mettere piede in un
giornale. Lo ricordo bene quella volta, in via del Tritone, a Roma. Era
un 8 dicembre. Dopo l’omaggio a Maria Immacolata, in piazza di Spagna, il
corteo si era fermato davanti al Messaggero. «Aoh! C’è il Papa!», avevano
gridato in tipografia e nelle redazioni. Tutti giù, con il direttore Mario
Pendinelli, a rendere omaggio al Pontefice che, per la prima volta, prima di
tornare in Vaticano, voleva concedersi il diversivo, davvero nuovo, di
fiutare l’aria di un quotidiano. Sembrava uno di casa. Diceva che la Verità
è figlia della Fede. Accennava all’umana solidarietà ed alla grande
responsabilità di chi comunica.
Il vento continua a sfogliare il gran Libro deposto sulla bara ed a
trasportare la Verità sulle ali del tempo. Sogno di aggrapparmi alle ali di
un gabbiano, come se fosse l’alato cavallo Pegaso, perché mi porti ancora
indietro nel tempo, laggiù dove il fiume incontra il mare confondendosi con
la sua azzurra distesa.
Ecco, adesso mi ritrovo ad Ostia, in un tiepido pomeriggio di
primavera di molti anni fa. Il sole sorride al Papa in occasione di una
delle sue consuete visite domenicali alle parrocchie romane. Il vento,
ancora lui, intona un canto di pace accompagnato, in sottofondo, dalla dolce
melodia delle fronde. Sono ad un passo, dietro di lui, con il taccuino in
mano e lo sguardo su quella candida figura circondata da giovani. Mi
piace sentire la mantellina che sfiorava la mia mano. Poi si volta. Sento la
luce dei suoi occhi illuminare la mia anima. «Santità…», azzardo. E lui,
indicando la penna: «bisogna fare sempre buon uso delle parole……». Poi
scompare dentro la chiesa di santa Monica tra un nugolo di ragazzini
festanti.
Dal passato al presente. Ecco ancora i ragazzi in corteo, con le
bandiere listate a lutto, ecco la piazza affollata.Ci sono i grandi della
Terra. La folla che piange, prega, applaude.Ci sei tu, papa
Karol, portatore di una fede senza etichette che te ne vai, ancora una
volta sull’onda del vento, verso l’Eternità.
|
|
argomenti correlati

SALVO SPOTO
Il collega del Messaggero autore di numerosi successi letterari
dedicati all'archeologia e...
.........per
saperne di più |
|